Gilberto Favaro nasce a Mirano (Venezia) l’11 Marzo 1988 e cresce a Santa Maria di Sala, nell’entroterra veneziano. Dopo essersi diplomato come perito informatico, la passione e l’interesse per la letteratura lo portano ad iscriversi all’Università di Lettere Cà Foscari di Venezia. Nel 2012 ottiene la laurea triennale in Lettere, discutendo la tesi “Il mito di Tristano ed Isotta nel romanticismo di Richard Wagner” col professore Luigi Milone, all’epoca docente di Filologia Romanza.
Nel 2013 decide di trasferirsi a Venezia e viene piacevolmente travolto dall’atmosfera della città. In particolare dallo scambio umano e da una diversa dimensione del tempo, tutte cose che sembrano appartenere ad un passato lontano intaccato dall’odierna frenesia delle metropoli e dall’alienazione dell’individuo.
Svolgerà diversi lavori, tutti nell’ambito della ristorazione ed inizierà a scrivere brevi racconti come per fotografare scene di vita veneziana, dinamiche d’incontri, sensazioni, comparazioni tra la vecchia vita di provincia e quella di città.
Il sentimento d’amore e di stupore iniziale verrà col tempo sostituito da un disgusto verso la città. Un po’ per esperienza personale di continua instabilità sentimentale e lavorativa, un po’ per l’inevitabile trasformazione di Venezia, da città d’arte a gigantesco Luna Park, tutto viene rimesso in discussione. Nel 2015 abbandona Venezia e ritorna in provincia per iscriversi alla Facoltà di Scienze Motorie a Padova, ma dopo solo metà anno abbandonerà gli studi. Nel 2016 diventa Istruttore Tennis PTR e decide di tornare a Venezia. Attualmente lavora come istruttore di tennis al CUS VENEZIA (centro sportivo universitario) e al circolo privato Tennis Club Pasti anch’esso sito in Venezia centro storico. Il sentimento di amore ed odio verso la città perdura.
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