Silvia Rolandi nasce nel 1985 il giorno di santa Silvia, cresce a Tortona, umida cittadina piemontese e, dopo un’adolescenza disperata, si trasferisce a Firenze. Lì si laurea in Antropologia culturale e instaura un legame prezioso con il proprio migliore amico, ora marito in separazione dei beni. Ha due cagnolini di nome
Amy ed Ozzy, è vegetariana dal 2001 e pure childfree, su consiglio parentale. Ha la passione dei tatuaggi, riti di passaggio e memo sulla pelle. Ama la solitudine, insaporita da un buon bicchiere di grappa o di rosso, in compagnia di scrittura, pittura e musica anni Sessanta e Ottanta, basta che non sia Settanta né Chianti. Ha da poco comprato una casetta a Rapallo dove si sta trasferendo, in fuga dall’ostentazione materialista disumana della città turistica e alla ricerca dei piaceri autentici, da vivere con curiosità e con il coraggio delle proprie fragilità. Si definisce una misantropa gentile, crede nell’azione e nella pratica, consapevolezza generata da una frase che le ripeteva spesso la propria madre “Chi vive sperando, muore cagando”.

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